Gli androni di Milano, affascinante architettura nascosta

di Alessandra Favazzo

Da qualche tempo ho una passione, quasi un’ossessione, considerata da molti insolita: mi piace ammirare gli androni dei palazzi milanesi. Li guardo, li fotografo, pubblico gli scatti sui miei social, Twitter e Instagram soprattutto. Non sono un architetto e non mi occupo di case a livello professionale. È, per l’appunto, una passione. Gratuita, fine a se stessa, che trae il suo godimento dal semplice realizzarsi.

L’ho scoperta perché, da sempre, mi piace camminare. Un gesto che, per alcuni filosofi, è molto simile al pensare. E come la mente arriva a un pensiero e se ne innamora, anche nel camminare si sosta e si rimane stupiti. A stupirmi è la bellezza degli ingressi dei palazzi di Milano del primo Novecento: eleganti, quasi alteri, colorati. Non ce n’è mai uno uguale a un altro. Il mio occhio è attratto dal pesante portone di legno aperto, che mostra quello che considero luogo di passaggio, che mette in comunicazione l’esterno (e gli estranei, cioè coloro che non vivono in quell’abitazione ma a cui è concesso almeno guardare) e l’interno, la dimensione privata delle persone che vivono in quell’abitazione. Proprio per questo è uno spazio comune e di incontro, oltre che quello in cui si trovano le cassette delle lettere e quindi la nostra corrispondenza.

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Corso Genova, Piazzale Cantore, via Cesare Correnti, il Carrobbio: sono queste le strade più amate. E ancora: via Boccaccio, via Vincenzo Monti, via Aurelio Saffi, corso Magenta. Mi muovo principalmente nella zona sud di Milano e, colpevolmente, solo di rado mi avventuro più a nord, dove Porta Venezia ha la fama di essere il quartiere più ricco di ingressi meravigliosi, studiati anche dagli storici dell’architettura. Qualche volta, per la curiosità di intrufolarmi in un portone per fare una foto ho dovuto sfidare portinai o custodi zelanti e le loro occhiatacce. Altre volte sono stata praticamente cacciata. Diversi passanti mi guardano incuriositi, senza ben capire che cosa stia facendo.

Dopo il lockdown del 2020, chiusa in casa e senza la possibilità di passeggiare, ho iniziato a immaginare agli androni come un possibile scenario di micro-storie e ho cominciato a scriverle, delineandole attraverso dialoghi brevissimi: due personaggi che si incontrano, parlano, si dicono anche cose importanti. Tutto sulla soglia. È nata così la mia newsletter “Dentro gli androni” (https://alessandrafavazzo.substack.com).