Dopo l'incremento precedente dei tassi negli ultimi mesi, vediamo ora cosa ci possiamo attendere per il futuro

L’aumento dei tassi dei mutui è dovuto al maggiore costo del denaro, stabilito dalla Banca Centrale Europea, che sta attuando politiche restrittive per ridurre la liquidità in circolazione, a causa dell’inflazione che sta salendo alle stelle. Di conseguenza, i tassi dei mutui stanno aumentando e, secondo le previsioni, è improbabile che si stabilizzino per un periodo prolungato.

Nella primavera, la BCE potrebbe ancora alzare il tasso al 3%, portando l’Euribor, il parametro per i mutui variabili, allo stesso livello e facendo salire il tasso dei finanziamenti al 4%. Nel frattempo, i mutui fissi sono legati all’andamento dell’Eurirs, che ha mostrato fluttuazioni negli ultimi mesi.

Allora cosa converrebbe fare?

L’aumento dei tassi previsto alla fine dell’anno, che sembra inevitabile, comporterà un ulteriore aumento dello 0,5%, eliminando la differenza tra i tassi dei mutui fissi e variabili. Pertanto, un tasso fisso intorno al 4% è consigliabile perché permette di evitare ulteriori possibili rialzi nei prossimi mesi. Nel caso in cui i tassi dovessero nuovamente scendere in futuro, si può sempre considerare la possibilità di una surroga.

Per quanto riguarda il settore immobiliare, è difficile fare previsioni precise, ma sembra che il mercato resterà sostanzialmente stabile. I prezzi dovrebbero rimanere fermi, ma in termini reali potrebbero scendere a causa dell’inflazione.

Kiran Patel di Savills Investment Management sostiene che il 2023 sarà un anno impegnativo, ma l’offerta di nuovi immobili è limitata e l’occupazione sembra più stabile. Si prevede che questo periodo sia di breve durata, quindi è consigliabile concentrarsi sugli investimenti in settori con fondamenta solide. Quando i prezzi si saranno adeguati, sarà un ottimo momento per entrare nel mercato in ripresa. È chiaro che il 2023 presenterà delle sfide per gli investitori immobiliari.

Anche per quanto riguarda gli affitti, i rincari medi variano e seguono le stesse dinamiche degli aumenti nei contratti di compravendita, influenzati dall’inflazione, dalla crescente domanda e dalla sempre minore offerta a causa degli oneri crescenti per i locatori.

In sintesi, a causa della scarsità di nuovi immobili in vendita e delle tendenze attuali, è probabile che i prezzi continueranno a salire almeno fino al 2025, durante questa fase di transizione che favorirà chiunque decida di vendere.

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